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Tutto quello da sapere sullo iodio in gravidanza

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Tutto quello da sapere sullo iodio in gravidanza

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Lo iodio è un oligoelemento essenziale per il corretto funzionamento di tiroide e metabolismo. Questo minerale poco presente sulla terra, ma di cui ne è ricco il mare, partecipa alla formazione degli ormoni tiroidei, attiva il metabolismo, migliora la memoria e l’attenzione.

Qual è l’apporto di iodio giornaliero raccomandato?

La carenza di iodio può essere la causa di una condizione ben nota chiamata ipotiroidismo. L’insufficiente produzione di ormoni tiroidei porta ad un affaticamento cronico, apatia, debolezza e sonnolenza, aumento di peso e ingrossamento della tiroide (gozzo).

La dose di iodio giornaliera raccomandata dalla SINU (Società Italiana Nutrizione Umana) è di 150microgrammi di iodio.

  • Adulto: 150 microgrammi
  • Gravidanza: 250 microgrammi
  • Bambini < 6 anni: 90 microgrammi
  • Bambini > 6 anni: 120 microgrammi

Le principali fonti alimentari di iodio

Le migliori fonti di iodio sono gli alimenti provenienti dal mondo marino, come il pesce azzurro, pesce grasso e le alghe.

Pesce e frutti di mare: 100-300 microgrammi per 100 gr di prodotto

Latte: 15 microgrammi per 100gr di prodotto

Uova: 8 microgrammi per 100 gr di prodotto

Nonostante l’Italia sia un paese circondato dall’acqua, è sorprendente sapere che più di 6 milioni di persone soffrono di carenza di iodio.

Per far fronte a questo grave problema, il Ministero della Salute da anni ha avviato il progetto di iodoprofilassi, ossia l’aggiunta di iodio al sale da cucina, quello che al supermercato compriamo con il nome di sale iodato. Grazie a questa campagna è stato possibile ridurre l’incidenza dell’ipodiroidismo.

L’importanza dello iodio in gravidanza

Ma veniamo a quella fase della vita e condizione in cui lo iodio diventa ancor più essenziale, dove un eventuale deficit potrebbe portare a gravissime conseguenze: la gravidanza.

Durante la gravidanza il fabbisogno giornaliero di questo minerale aumenta a 200-250 microgrammi. L’aumentato fabbisogno è dovuto dalla necessità di produrre maggiori quantità di ormoni tiroidei necessari non solo alla mamma, ma anche e soprattutto al feto. Inoltre, un adeguato apporto di iodio durante l’allattamento permette al neonato di ricevere maggiori quantità di iodio tramite il latte materno.

In questa fase, lo iodio introdotto tramite gli alimenti non riesce a coprire il fabbisogno, ma garantisce solo la copertura del 50-60%, per questo vengono spesso consigliati integratori a base di iodio (da almeno 150microgrammi/die) che vadano a soddisfare l’aumentato fabbisogno. Importante è sempre ricordare di non superare i 600microgrammi giornalieri (dose massima).

La persistente carenza di iodio durante la gravidanza può creare nella gestante la riduzione del trasferimento di ormoni al feto e ipotiroidismo. Gravi rischi di deficit di iodio per il nascituro e in età infantile sono l’alterato sviluppo psico-neurologico, rallentamenti della crescita, scarso rendimento scolasti e ipotiroidismo.

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